Giovedì IX Settimana del Tempo Ordinario

Tobia 6,10-11; 7,1.9-17; 8,4-9  Salmo 127  Marco 12,28b-34

La sintesi che Gesù fa della Legge e dei Profeti è: “Amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici”. Il primato dell’amore per Dio è assoluto, fa parte della tradizione ebraica e, credo, è giusto che sia tale anche per noi. Gesù, poi, ai suoi discepoli insegna un criterio ancora più rivoluzionario: “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati”. Non esiste amore autentico che non parta da una stretta relazione con Lui! Apparentemente potrebbe sembrare che Gesù non chieda un amore particolare per Dio, in realtà, lo presuppone come condizione per l’amore fraterno. Diamo troppo per scontato che l’uomo sia capace di amare per natura: è una grande menzogna. Noi non amiamo mai gratuitamente; abbiamo sempre un angolino di soddisfazione nascosto che sostiene gesti di benevolenza e di carità. Dio ci è necessario per imparare ad amare. Gesù ci mostra pure plasticamente in che cosa consista l’amore vero: “Non c’è amore più vero di questo: dare la vita per i propri amici”. Possiamo pensare di arrivare a entrare in questa logica solo costruendo una intimità profonda con Gesù. Buona giornata. don Luciano.

P.S. Stasera alle 21.00 in Pieve la Santa Messa celebrata da don Filippo Meli, prete novello, e a seguire la processione del Corpus Domini per le vie cittadine.