Sabato II Settimana di Quaresima

Michea 7,14-15.18-20  Salmo 102  Luca 15,1-3.11-32

La Parabola per eccellenza: il Padre buono riaccoglie festante il figlio degenere. Un racconto commovente che parla di un amore spropositato: è l’amore di Dio che non conosce ripensamenti, ama e basta! Ama senza ricatti, senza condizioni, senza recriminazioni. Per il padre non c’è un solo istante in cui venga messa in dubbio l’identità dei figli: essi sono tali sia che lo rispettino sia che lo respingano. Sono i figli, al contrario, che sono capaci di atteggiamenti meschini: il babbo considerato come padrone ingiusto, i fratelli considerati estranei. È la descrizione nitida e dettagliata della comunità umana. Dio che non toglie il suo sguardo d’amore, scrutando l’orizzonte nell’attesa del ritorno di ogni figlio; gli uomini che continuamente, a seconda dell’opportunità, scaricano Padre e fratelli per i propri interessi, senza il minimo scrupolo. E il mondo soffre. E Dio soffre. Quando lo capiremo? Buona giornata. don Luciano.

P.S. Una preghiera per Rosina Pecorini vedova Innocenti (Via Fiume,9) che incontra il Padre misericordioso e fa festa in cielo.