Martedì IX Settimana del Tempo Ordinario

Tobia 2,9-14  Salmo 111  Marco 12,13-17

Terminata la lettura del Siracide abbiamo ieri iniziato il Libro di Tobia, un testo di tradizione sapienziale. L’interrogativo di fondo che emerge è quello che anima ogni uomo che riflette: “Conviene fare del bene se, alla fine, la condizione di felicità non differisce in nessuna maniera da chi compie il male?”. Non è un interrogativo da poco. Tobia è un uomo giusto, caritatevole, onesto, non se ne approfitta mai: il suo unico obiettivo è quello di essere trovato giusto agli occhi di Dio. Nonostante questo, proprio dopo avere compiuto una buona azione, mentre riposa, un po’ di sterco di passero gli cade sugli occhi e gli fa perdere la vista. La moglie, realisticamente gli dice: “Dove sono le tue elemosine? Dove sono le tue buone opere? Ecco, lo si vede bene da come sei ridotto!”. Che schiaffo morale! Eppure è proprio in situazioni come queste che emerge lo spessore della fede da cui siamo animati. Dal nostro stile di vita si evince la concezione di Dio che abbiamo: Padre o padrone? Chiediamocelo! Buona giornata. don Luciano.

P.S. Una preghiera per Giuseppa Nardini vedova Seneci (Via Basaglia, 6) che si è addormentata nella pace di Cristo.