Venerdì della IV Settimana di Pasqua 

Atti 13,23-33; Salmo 2; Giovanni 14,1-6.

Paolo, giunto ad Antiochia di Pisidia, diceva nella sinagoga: “Fratelli, figli della stirpe di Abramo. Gli abitanti di Gerusalemme e i loro capi non hanno riconosciuto Gesù e, pur non avendo trovato alcun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che egli fosse ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato dai morti”. Sulle labbra di Paolo risuonano le stesse parole di Pietro. Il persecutore è diventato apostolo.

Quella di San Paolo è una di quelle conversioni così radicali da lasciare a bocca aperta. Che cosa gli è accaduto? Davvero, solo l’opera di Dio nel segreto del suo cuore ha potuto realizzare un così radicale cambiamento. Quando penso a questo avvenimento mi sento profondamente consolato: significa che anche per il dubbioso più ostinato, il peccatore più incallito, il dogmatico più fondamentalista, c’è la possibilità di un ribaltamento. E non grazie a ragionamenti o ad approfondimenti o a corsi di aggiornamento ma in forza dell’opera nascosta e discreta dello Spirito Santo.

La cosa bella è che quando la luce di Gesù inabita il cuore, tutto si trasfigura. San Paolo che, probabilmente, era conosciuto in tutte le sinagoghe – altrimenti non si vede come avesse la possibilità di prendere la parola – non ha la benché minima vergogna di annunciare il contrario di quanto sostenuto fino ad allora. La Verità rende davvero liberi. Buona giornata. Don Luciano.