XIV Domenica del Tempo Ordinario (C)

Isaia 66,10-4c  Salmo 65  Galati 6,14-18  Luca 10,1-12.17-20

“Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa tutti voi che l’amate. Sfavillate con essa di gioia”. Inviti che ascoltiamo oggi per bocca del profeta Isaia. Perché tutti questi inviti alla gioia? (Una gioia addirittura che “sfavilla”, un verbo bellissimo che dice “luce”, perché quelli che sono contenti sono luminosi). Evidentemente perché il popolo a cui il profeta si rivolge è nella tristezza, è nella difficoltà, è nella prova, ieri come oggi. È importante questo invito alla gioia, anzi di più, è un imperativo e mi chiedo se la gioia si possa comandare. Forse abbiamo bisogno di qualcuno che ce la comandi, perché la tristezza non c’è bisogno di comandarla, viene da sé, ne è piena la vita. C’è bisogno di una sorta di ascesi della gioia (“ascesi” è un termine adesso poco usato: significa “sforzo”). Ci dobbiamo sforzare d’essere contenti, perché a piangere siamo tutti bravi, perché “non ci resta che piangere” è il tema della nostra vita: vuoi per lutti, vuoi per tradimenti, vuoi per difficoltà economiche, vuoi per altri mille motivi: abbiamo tanti dolori, abbiamo tante delusioni, per cui istintivamente ci viene da lamentarci. Il profeta, invece, ci comanda – e attraverso di lui, Dio stesso – di rallegrarci, di sfavillare di gioia. Ecco, questo è il primo pensiero che comunico a voi, ma innanzi tutto a me stesso: l’ascesi della gioia, lo sforzo dell’ottimismo anche quando ci sono mille motivi per dire che siamo degli illusi, lo sforzo di pensare in positivo quando gli elementi di negatività sembrano sopraffarci. Tra l’altro il profeta, cercando un’immagine di gioia e di consolazione, dice: “Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò; a Gerusalemme sarete consolati”. E’ un’immagine della maternità di Dio: Dio che ti porta in braccio, Dio che ti allatta, Dio che ha cura della tua vita. Come una madre consola un figlio, così il Signore è qui a consolarti, a dirti: “Coraggio! Non farti cadere le braccia!”. Anche nella Colletta, cioè nella preghiera iniziale di questa Domenica, che poi vale per tutta la settimana, noi abbiamo chiesto la grazia di una gioia santa, la gioia di certi momenti dove abbiamo sentito Dio vicino, perché se non ci difendiamo, la tristezza ci assale da ogni parte. Gesù nel Vangelo dice: “Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”. E qui il Cielo non è quello atmosferico, ma è il Cuore di Dio: “Tu sei scritto nel Cuore di Dio e questa è la tua forza, questo è il motivo della tua inesauribile gioia”. Buona Domenica. don Luciano.

P.S. Oggi pomeriggio in Pieve, Mattia Zini riceve il Santo Battesimo.