Lunedì IV Settimana del Tempo Ordinario

2Samuele 15,13-14.30; 16,5-13a  Salmo 3  Marco 5,1-20

“Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre”. È la descrizione che Marco fa di un uomo posseduto da uno “spirito impuro”. È chiaro che, un tempo, non c’erano le conoscenze psicologiche che abbiamo oggi, pertanto un qualsiasi disagio, piuttosto accentuato, veniva classificato come una sorta di possessione. Saremmo portati d’acchito a giudicare questa considerazione una assurdità, un segno di ignoranza e di arretratezza; in realtà, qualcosa di vero lo dobbiamo riconoscere: il male non è qualcosa che ci diamo noi, che cerchiamo, ma che ci prende! Sembra davvero che ogni malessere abbia le sembianze di una possessione dalla quale non ci si riesce a liberare. Quando penso a tanti adolescenti e giovani che non riescono più ad uscire di casa perché hanno paura degli altri seppure fino al giorno prima ridevano e scherzavano con tutti. Quando penso alle tante ragazze divorate da disturbi alimentari. Tutte situazioni più grandi di ogni definizione, di ogni analisi, capaci di sfuggire ad ogni tipo di controllo della volontà e dei farmaci. C’è da riconoscere che tutti gli strumenti che abbiamo per liberare questi ragazzi dalle schiavitù a cui sono sottomessi sono da benedire ma non dimentichiamo la forza straripante della preghiera: Dio solo può liberare dal male! Buona giornata. don Luciano.