Lunedì I Settimana di Quaresima

Levitico 19,1-2.11-18  Salmo 18  Matteo 25,31-46

«Il Figlio dell’uomo dirà loro “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare”». Se ami davvero una persona provi nel tuo intimo gioia se lei è contenta e tristezza se lei è triste; provi soddisfazione se è lodata e umiliazione se è maltrattata. Immaginate quello che provano un babbo ed una mamma se un loro figlio sta male: soffrono ancor più che se la stessa cosa fosse accaduta a loro: l’amore rende una cosa sola! In questa prospettiva comprendiamo la pagina che leggiamo oggi del giudizio finale: ogni atto di misericordia compiuto verso una persona, Gesù lo considera come fatto a Lui stesso. Gesù prova lo stesso dolore di chi ha fame e di chi ha sete. Se noi sfamiamo e dissetiamo lo facciamo a Gesù stesso. Non si può più separare l’uomo da Dio e Dio dall’uomo. Non si può pensare di rendere culto a Dio prescindendo dalla cura dell’uomo. Quando pensiamo al nostro destino eterno non ci dobbiamo perdere in sterili speculazioni o in ipotesi fantasiose: il paradiso sarà semplicemente in base alla carità e alla generosità che abbiamo esercitato! Fare del bene concretamente spalanca le porte del paradiso. In che maniera… non ci deve interessare! Ci basti conoscerne la via… Buona giornata. don Luciano.