Mercoledì XXIX Settimana del Tempo Ordinario

Romani 6,12-18  Salmo 123  Luca 12,39-48

“Offrite voi stessi a Dio come viventi, ritornati dai morti”. Bellissima questa espressione di San Paolo! Eravamo morti prima del Battesimo. La vita biologica oggettivamente è un conto alla rovescia verso la morte. Ogni giorno è sostanzialmente una erosione di giorni. Ma con Gesù siamo tronati vivi: la vita è una storia aperta, senza fine. La vita è una serie di passaggi: la morte è uno fra i tanti. Quando si dice che mai nessuno è tornato tra noi dopo la morte, si dice una stupidata: siamo in tantissimi ritornati dalla morte. Sento che la mia vita sprigiona vita. Attraverso Gesù si passa da una vita vecchia ad una nuova: è una pasqua che non è riservata al momento finale dell’esistenza ma che, al contrario, si sperimentata il prima possibile. Questo è il cristiano: uno che testimonia una vita liberata dai vincoli della paura, del dovere, della prestazione, come se tutto si dovesse concludere entro lo spazio temporale della vita terrena. Purtroppo accade che troppi battezzati non siano davvero passati dalla morte alla vita, non abbiano veramente sperimentato la potenza liberante del Vangelo e siano ancora aggrappati a se stessi. L’uomo vecchio non intende lasciare spazio all’uomo nuovo: non perdiamo questa battaglia! Buona giornata. don Luciano.