Lunedì XII Settimana del Tempo Ordinario
2Re 17,5-8.13-15a.18 Salmo 59 Matteo 7,1-5
“Nell’anno nono di Osèa il re d’Assiria occupò Samarìa, deportò gli Israeliti in Assiria… ciò avvenne perché gli Israeliti avevano peccato contro il Signore, loro Dio”. La sapienza ebraica ci ha insegnato a leggere la storia non come un caso ma come un’opera di Dio. Niente di ciò che avviene è insensato. Israele sa riconoscere che quando disobbedisce ai comandi del Signore si pone in una condizione di precarietà. I comandi del Signore non sono raccomandazioni estemporanee di una entità indistinta ma di un Padre che ha a cuore i suoi figli, pertanto ogni trasgressione si contraddistingue come fuga dall’amore e dal bene. Quando l’uomo fa esperienza di male non è un caso ma è segno di un allontanamento dalla volontà di Dio. Anche oggi, nonostante una totale incapacità di leggere gli eventi in questa chiave, è evidente che il malessere è motivato da una deriva atea e indifferente alla volontà di Dio. È inutile che ci si pianga addosso: tutto il male di cui siamo vittime non è una punizione ma una conseguenza! Sarebbe bello se lo riconoscessimo… Stiamo sperimentando l’esilio! Siamo tanto lontani dalla pienezza che Dio ha pensato per noi! Rimettiamoci in cammino: chissà che cosa ha in serbo il Signore per noi! Buona giornata. don Luciano.
P.S. Accompagniamo colla preghiera Uliva Moretti vedova Berti (Via Calamandrei, 1) nel suo ritorno al Padre.