Esaltazione della Santa Croce

Numeri 21,4b-9  Salmo 77  Giovanni 3,13-17

Emblematica la Prima Lettura. Il popolo d’Israele, liberato dall’Egitto dalla mano potente di Dio, si lamenta e gli grida contro: ha sperimentato in maniera tangibile la cura e l’amore di Dio eppure lo rinnega e lo accusa di indifferenza e persino di cattiveria. Lo stesso fa la folla che grida a Pilato di crocifiggere Gesù: ha sperimentato la sua misericordia verso i piccoli e i poveri, gli ammalati e li esclusi, ma in un attimo dimentica e lo fa mettere in croce. L’Amore gratuito è rifiutato, è impotente contro chi lo osteggia. Ama ad oltranza ed attende la conversione. Ecco il senso di questo comando dato da Dio a Mosè: “Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita”. Il peccato è un morso del serpente, è un veleno che circola e porta male ovunque. Quando gli uomini sono infettati sentono l’odore della morte. Dio sta lì, sulla croce, come evidente segno e conseguenza del male: chi lo guarda comprende il proprio male e incrocia gli occhi pietosi di Dio che ancora offre il suo sangue perché noi abbiamo la vita. La croce è segno eloquente della pazienza di Dio verso di noi. Guardiamola: è il manifesto della nostra miseria e della sua misericordia. Buona giornata. don Luciano.

P.S. Una preghiera per Elina Guidotti vedova Innocenti (Polcanto): affidiamola a Maria, madre della Misericordia, alla quale era molto devota